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News » Diabete: si può rinnovare la patente?

Data di pubblicazione: 27-09-2019

DIABETE MELLITO E RINNOVO DELLA PATENTE
 

Il mondo sta assistendo una crescita esponenziale di casi di diabete mellito. Infatti, secondo la Federazione Nazionale del Diabete (IDF) e Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sono circa 420 i milioni di cittadini affetti da questa patologia che, dato i numeri elevati può essere definita come una “patologia sociale”. Stando alle stime, i casi sono destinati ad aumentare nel prossimo ventennio fino a giungere ai 640 milioni. I dati sono così allarmanti da portare l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) a dichiarare lo stato di emergenza sanitaria.

In Italia i dati non sono meno preoccupanti. Conformemente a quanto afferma l’Italian Barometer Diabetes Observatory (IBDO), il diabete è stato diagnosticato a circa 3,5 milioni di persone (corrispondente al 6,2% della popolazione italiana) e anche in questo caso è previsto un aumento di casi a 5 milioni entro il 2030.

 

Cos’è realmente il diabete mellito? L’abbiamo chiesto al Dott. Giuseppe Altamore - diabetologo e primario in medicina interna.

 “Il diabete mellito è una malattia caratterizzata da poliuria (aumento delle emissioni di urine), da polidipsia (aumento della sete), iperglicemia e glicosuria (presenza di glucosio nelle urine).”

Esso viene generalmente distinto in due forme:

  • diabete di tipo 1, che compare generalmente nei giovani di magra corporatura, corrisponde a circa l’8% dei casi. Questa forma di diabete è di origine autoimmune (il pancreas, che produce insulina, viene distrutto dagli anticorpi). La patologia viene spesso associata all’esordio a chetonuria (alito acetonico) e a elevatissimi livelli di glicemia. La malattia richiede sin da subito una terapia insulinica e, nei casi più gravi, il diabete può esordire con uno stato comatoso.

 

  • diabete di tipo 2, che compare generalmente nelle persone anziane (in genere, in età superiore a 40 anni) con problemi di sovrappeso o obesità, corrisponde a circa il 90% dei casi. Questa seconda forma di diabete è dovuta ad una insulino-resistenza (l’incapacità delle cellule dell’organismo di “rispondere” all’ormone dell’insulina e la minore capacità di assorbire il glucosio, con il conseguente aumento della glicemia) ed è generalmente dovuta ad una predisposizione ereditaria. Come ci ricorda il Dott. Altamore, in genere, almeno all’esordio, l’iperglicemia non è particolarmente elevata ed è controllabile per anni tramite uno stile di vita più sano (diete, e maggiore attività fisica) supportata, eventualmente, dal trattamento di antidiabetici orali. L’impiego di insulina, invece, si rende necessario in relazione al quadro metabolico e dopo un certo numero di anni della malattia.

Oggi si sta assistendo ad un maggiore aumento del numero di casi del diabete di tipo due, dovuto soprattutto all’obesità e al più frequente stile di vita sedentario.

 

                                  

Qual è la diagnosi e a quali visite mediche bisogna sottoporsi?

I valori di glicemia superiori a 126 MG/DL a digiuno la mattina, un’emoglobina glicosilata maggiori di 6.5 e, successivamente, dopo un carico orale di glucosio di 75gm, una glicemia superiore di 200MG/DL sono valori che permettono una diagnosi di diabete mellito.

Dato che questa malattia provoca delle complicanze che possono interessare il comparto sia micro che macro vascolare, le persone affette da diabete devono effettuare periodicamente non solo gli esami chimico-clinici di routine, ma anche esami finalizzati ad escludere danni al cuore, ai reni, agli occhi, al comparto vascolare e al sistema neurologico e, come consiglia il Dott. G. Altamore, annualmente il soggetto diabetico (soprattutto se affetto da diabete di tipo 2) deve effettuare un elettrocardiogramma e una visita cardiologica, un doppler dei vasi epiaortici, dell’aorta addominale e dei vasi degli arti inferiori. Non devono mancare esame del fondo dell’occhio ed esame clinico (volto a valutare la capacità neurologica sensitiva e motoria del paziente.), nonché il dosaggio della microalbuminuria.

 

I danni provocati dal diabete mellito sono determinati sia dall’azione (tossica) dell’iperglicemia su tutti gli organi e tessuti sia dal deficit di glucosio intracellulare. Quest’ultimo è la conseguenza dell’elevata presenza di zucchero nel sangue, che non riesce ad entrare nelle cellule e che porta una “carenza di energia” delle cellule.

 

 

RINNOVO DELLA PATENTE DI GUIDA AL SOGGETTO DIABETICO

 

Il diabete rappresenta un problema per il soggetto alla guida?
 

Una persona affetta da diabete, prima di essere valutato da un medico monocratico per l’idoneità di guida, deve recarsi da uno specialista diabetologo per effettuare una valutazione complessiva che attesti:
 

  • Il controllo metabolico, che avviene mediante il dosaggio dell’emoglobina glicosilata, ottenuto con la terapia antidiabetica in atto.
  • Eventuali episodi di ipoglicemie (basso livello di glucosio nel sangue, che può provocare comparsa di sintomi come tremori, convulsioni, fame intensa, convulsioni…) molto pericolosi per il soggetto diabetico e per gli altri se si verificassero alla guida di un’automobile.
  • Eventuali complicanze diabetiche.

 

L’esito della visita e l’età del soggetto diabetico sono fondamentali per la redazione di un certificato, che definirà il rischio complessivo relativo alla guida. Tre sono i casi che potranno scaturire dalla visita:

 

  1. Il rinnovo della patente dal medico monocratico avverrà per un numero di anni equiparabile ai soggetti non diabetici, se il diabetologo attribuirà un rischio per la sicurezza alla guida basso. Tale rischio è basso se il soggetto diabetico presenta:
  • una BUONA capacità a gestire le ipoglicemie;
  • un controllo glicemico ADEGUATO;
  • ASSENZA di complicanze micro e macro vascolari

 

  1. Il rinnovo della patente dal medico monocratico avverrà per un numero di anni indicati dal diabetologo come di seguito:

 

  • RINNOVO LIMITATO A 5 ANNI per soggetto diabetico di età inferiore a 50 anni;
  • RINNOVO LIMITATO A 3 ANNI per soggetto diabetico di età compresa tra 50 e 70 anni;
  • RINNOVO LIMITATO A 1 ANNO per soggetto diabetico maggiore di 70 anni.

 

Questa seconda situazione sarà possibile solo nel caso in cui il diabetologo attribuirà un rischio per la sicurezza alla guida medio. Tale rischio risulta medio se il soggetto diabetico presenta:
 

  • Una BUONA capacità a gestire le ipoglicemie;
  • Un controllo glicemico NON ADEGUATO e/o
  • Complicanze Micro e/o Macroangiopatiche presenti, ma GRADO LIEVE e BEN CONTROLLATE

.

 

  1. Il soggetto diabetico non avrà il rinnovo della patente di guida se il diabetologo attribuirà un rischio per la sicurezza alla guida elevato, a seguito del giudizio del diabetologo in merito a:
  • Incapacità del soggetto diabetico a gestire le ipoglicemie e/o
  • Complicanze micro e/o macro angiopatiche gravi.
     

 

Il soggetto diabetico, tuttavia, potrà essere inviato presso la commissione medica per ulteriori accertamenti.